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Microsoft lancia la fase 2 dei data center sottomarini | Project Natick [AGG. x1 – Webcam]

Microsoft ha appena annunciato la Fase 2 di Project Natick, progetto per installare e gestire datacenter sott’acqua. Avviato nel 2015 con una fase sperimentale che ha avuto luogo negli Stati Uniti a un chilometro dalla costa Pacifica, l’iniziativa raggiunge ora l’Europa con l’implementazione di un datacenter sottomarino al largo delle Isole Orcadi, a nord della Scozia. Se nella FASE 1 di Project Natick, infatti, Microsoft ha verificato la fattibilità del progetto, in questa FASE 2 appena annunciata, il team monitorerà il funzionamento del datacenter e ne valuterà la praticabilità da un punto di vista economico, ambientale e logistico.

In uno scenario in cui il Cloud Computing è sempre più utilizzato e rappresenta un driver di crescita economica, il ruolo dei datacenter diventa sempre più cruciale, soprattutto per le aziende alla continua ricerca di soluzioni per lo storage dei dati in grado di garantire un alto livello di performance e che, al contempo, siano sostenibili dal punto di vista ambientale.

Project Natick intende quindi offrire una risposta attraverso datacenter in container che, immersi, possano beneficiare di energia rinnovabile ed essere raffreddati in modo semplice ed ecologico, risultando effettivamente a emissioni zero. Inoltre, posizionandoli in acqua, è più facile che siano vicino agli utenti finali (dal momento che oltre la metà della popolazione vive entro i 200km dalla costa), riducendo in questo modo il tempo di latenza (ovvero il tempo richiesto al dato per viaggiare dalla fonte alla destinazione) e di conseguenza offrendo servizi migliori alle aziende e alle persone.

L’iniziativa è in linea con il costante impegno di Microsoft per sviluppare datacenter in grado di garantire accesso rapido ai datiottimizzare i costi e ridurre l’impatto ambientale.

Aggiornamento x1 – 09/08/2018

Per i più curiosi, Microsoft sul sito ufficiale del progetto ha ora pubblicato due webcam che riprendono in diretta l’ambiente esterno dei datacenter. Trovate la pagina ufficiale a questo link.

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  1. Signor Citrus ha detto:

    Grandissimi.
    Avete pubblicato una notizia importante.
    Un sistema del genere garantirebbe notevoli risparmi energetici.
    Quelli attuali ho messo sempre in dubbio il loro impatto ambientale.
    Infatti hanno bisogno di stare in regioni fredde perché generano molto calore ancora.
    In acqua, il problema si sposta a livello del mare ma é molto più tollerabile.

  2. ilmondobrucia ha detto:

    Vai yepp è venuto il momento di comprarsi pinne, occhiali e bombole d’ossigeno….

  3. marcoesseBg ha detto:

    si ma al teo si scarica la batteria…
    oh oh tornato il “cervello bruciato” finito il ban, peccato, si stava cosi bene senza…

  4. DanySupernova ha detto:

    Ma se si brucia una scheda o c’è da sostituire un hard disk, l’IT di turno cosa fa? Serviranno IT sommozzatori in futuro :) ? A parte le battute mi sembra una gran bella e innovativa iniziativa, brava Microsoft

  5. Signor Citrus ha detto:

    Esatto. Questo sarà uno dei problemi maggiori da risolvere.
    Lo stesso effetto però lo ottieni sui server che sono ospitati nelle regioni fredde. Riscaldano comunque un casino.
    In acqua almeno é più tollerato e più diluito.
    Il problema é che se si installano centinaia di questi cosi sotto il mare, magari sul fondale dove le temperature sono molto più basse, si rischia seriamente di innalzare le temperature scatenando una catena imprevedibile di eventi che solo negli anni si potrà capire meglio.
    Quindi io spero vivamente che facciano centrali sottomarine di piccole dimensioni sparse per tutto il mondo per evitare concentrazioni di calore elevate.
    Spero vivamente che ascoltino i geologi, naturalisti, biologi, paleontologi etc.

  6. marcoesseBg ha detto:

    Xiaomi RedMiNote4 batteria 4.100mh fa’ 2 gg.

  7. Antonio ha detto:

    Secondo me MS sta assumendo qualcuno per le pulizie delle live cameras, vitto e allogio con disponibiltà a turni notturni. I candidati dovranno essere abili ad avere un buon dialogo e feeling con i pesci. La mansione non prevede nessuna copertura assicurativa in caso di morso da squali, cubomeduse o pesci elettrofori. MS avvisa che cambieranno inoltre il nome da CLOUD a CORAL perchè è stato confuso da alcuni esperti l’azzurro del cielo con l’azzurro del mare. I nostri dati non saranno più nella nube ma circondati da coralli e pesci. 864 server circa per un totale di 27,6 petabyte per ogni datacenter. L’antitrust europeo chiederà qualche multa per spionaggio utenti in acque non territoriali. :)

  8. Signor Citrus ha detto:

    Il tuo commento è senza senso, visto che stavo parlando di questo caso.
    Nel mio ambito professionale non si ragiona mai su un singolo elemento. Ma ogni elemento deve essere studiato a dovere.
    Anche minime variazioni di temperatura posso determinare la moria di microrganismi essenziali per la vita nelle acque (diatomee, radiolari etc.). Quindi va sempre considerato ogni aspetto, se questi server riscaldano le acque circostanti significativamente, sono da migliorare. Così come sono da migliorare le fabbriche che usano l’acqua per raffreddare i motori. In questo caso, visto l’articolo, si parla di server sottomarini. Il prossimo articolo su navi e impianti idraulici, andrò a commentare anche lì e dirò la stessa cosa.
    E fattelo dire, il tuo 71% di acqua, non ci azzecca una minchia. Ci sono tanti altri fattori da considerare.

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