Coronavirus: come riconoscere le fake news
La paura aiuta a diffondere le fake news. Lo abbiamo visto in questi giorni. Sul Coronavirus ne sono circolate di più diverse: dallo sconto sui funerali alla pericolosità degli animali domestici, dal passaggio di elicotteri per spruzzare disinfettante alla creazione di medicine e cure già disponibili. Sono girate talmente tante fake news che la Corte dei conti europea (European court of auditors, Eca) ha aperto un’inchiesta sulla resilienza delle misure intraprese dall’Ue con lo “Eu Action plan against disinformation” per arginare la diffusione di fake news che possono causare un grave danno pubblico.
Che cosa possiamo fare noi per difenderci dalle fake news, dalle notizie false, che trovano terreno facile sui social e nel web? Parlano Marino Pessina e Chiara Porta, Ceo e direttore responsabile dell’agenzia di comunicazione giornalistica Eo Ipso.
“Le fake news fanno leva sul sensazionalismo, sulla falsa esclusività della notizia veicolata e sono caratterizzate da titoli creati ad arte per invogliare a cliccarci sopra.”
Come smascherare una fake news?
- Prima di tutto controllate la fonte. Sembrerà banale, ma non lo è. La notizia arriva da un giornale, da una testata on line, dal blog di un giornalista conosciuto? Possiamo stare tranquilli, perché i giornalisti hanno l’obbligo di controllare la veridicità di quello che pubblicano. Se, invece, chi pubblica non è un organo di informazione, ma un sito generico, meglio proseguire con i controlli. E due sono quelli da fare:
- risalire dalla news alla fonte originaria? Facciamo un esempio: se una notizia parla di un’azienda, normalmente quell’informazione è reperibile anche sul sito istituzionale della stessa industria; se parla di un provvedimento istituzionale, certamente deve essere stato pubblicato anche sul sito dell’ente in questione. Se non si trova la corrispondenza, meglio dubitare.
- controllare se la stessa news è data da più fonti attendibili: se una notizia clamorosa è vera, infatti, in poco tempo viene ribattuta da tutte le agenzie di stampa e dai media. Quindi, se il presunto «scoop» si trova solo su un sito generico, meglio dubitare.
Cosa fare se vedete una notizia “clamorosa” sui social?
- Controllate che la persona che l’ha postata sia reale, un trucco può essere controllare da quanto esiste il profilo. Quanti post ha? Se sono molto pochi, tipo due o tre, il rischio che sia un falso esiste. Ci sono almeno tre o quattro immagini della persona di quel profilo? Anche questo è dato indicativo: spesso i fake hanno una foto sola o non ne hanno. E sono pochi i profili reali senza una foto rispetto a quelli che la mettono. Succede spesso anche quando rubano l’identità di una persona. Su Facebook si può vedere se il profilo partecipa a dei gruppi e, anche, se non sono riservati, che amici ha. Sono tutte informazioni che ci aiutano a fare un quadro di chi sta dietro la notizia che ci viene data.
- Se ci si accorge che la notizia proviene da un fake, meglio segnalarlo, così da aiutare l’intera comunità a non farsi trarre in inganno.
- Non condividete una notizia se non siete sicuri della sua veridicità.
- Non mettete reazioni a un post se non siete sicuri della fonte: le fake news spesso si diffondono facendo leva proprio sull’emozione di poter essere tra i primi a condividere con gli amici una notizia estremamente positiva o molto negativa.
Cosa fare, infine, se le fake news attaccano la nostra organizzazione o la nostra azienda?In questo caso è determinante agire velocemente, per fare in modo che la diffusione di notizie false su voi e il vostro mondo venga arginata con delle notizie vere.
- Ancora prima di fare una denuncia per diffamazione, chiedete che le notizie vengano rimosse, segnalatele sui social come false, e fate fare la stessa segnalazione dai vostri collaboratori.
- Contemporaneamente, preparate e diffondete il più velocemente possibile un comunicato stampa per denunciare l’attacco, spiegare quale sia realmente la situazione e illustrare le azioni che sono state intraprese, o che si intende mettere in atto, per fermare l’attacco.
- Così facendo, nel 90% dei casi, la verità soppianta le fake.
- Se siete sotto attacco serve un monitoraggio costante di ciò che viene pubblicato sui social, sul web e sui media in generale, in modo da poter agire istantaneamente la situazione”.
La gente si beve tutto, ho notato che basta prendere una foto di una persona nota (dal papa, al politico, al cantante..), scrivergli una cosa falsa nella parte bassa della foto dicendo che sono le parole di questa persone e le condivisioni vanno alle stelle. con commenti che insultano, criticano ecc. Il numero di rincoglioniti è altissimo
Triste verità. E aggiungiamo poi il fatto che molti manco leggono gli articoli e si fermano al titolo, “facilitando le cose” a chi sceglie appositamente titoli clickbait.
Ci sono certi siti ultimamente, che stanno facendo la loro fortuna per via di questa situazione. E parlo di siti appositamente creati per diffondere odio e disinformazione. La cosa più grave però è che non chiudono mai, a prescindere dalla situazione in cui versa il mondo, e questo è onestamente preoccupante.
“non leggete su internet”… Disse quello che spara a sua volta fakenews…
Quindi dovremmo dare retta a uno che consiglia di non dare retta a notizie su internet?
Su internet ci sono giornali ufficiali tipo la nazione o altro.. Che danno le stesse notizie che il TV in via ufficiale…
Esiste il sito ufficiale dove visualizzare il conteggio dei morti e guariti sottoforma di mappa..
Se poi per internet intendi Facebook meglio specificare…e non generalizzare.
La follia vera è che ora bisogna anche stare attenti a camminare in strada per fare qualsiasi cosa “legale” venga contemplata dal decreto, sennò ti becchi una secchiata d’acqua dal primo pirla giustiziere affacciato sul balcone.
Da Repubblica:
Che rincoglionita la gente… per non parlare di quelli che escono per riprendere in strada le persone ( e probabilmente la sua presenza in strada è l’unica ingiustificata in quel momento).
La verità è che questi soggetti temono per la loro vita più di quanto ce ne sia realmente bisogno, e tale paura poi sfocia in questi gesti da coglionazzi (tralasciando coloro che lo fanno per vantarsi sui social). Non capiscono che durante la loro quotidianità sussistono circostanze altrettanto pericolose, di cui non si curano e che li porterebbero comunque a rischiare la vita.
Purtroppo questo è il risultato di anni ed anni di tagli all’istruzione, tali da impedire un corretto approccio del singolo individuo alle più comuni situazioni (anche al solo sapersi informare correttamente).