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Intelligenza Artificiale, nuove competenze e professioni: Microsoft lancia in Italia la prima Virtual Career Fair

Microsoft Italia annuncia, per la prima volta in Italia, la sua Virtual Career Fair, una piattaforma digitale sviluppata da Microsoft in collaborazione con l’ecosistema dei partner che, per l’intera settimana, favorirà l’incontro di domanda e offerta, in un mercato del lavoro in costante evoluzione.

Microsoft conferma così il proprio impegno per la crescita e lo sviluppo del Paese attraverso la promozione e la diffusione delle competenze digitali: in un anno, sono oltre 700.000 le persone che hanno seguito percorsi di formazione legati alle nuove tecnologie e competenze digitali sviluppati da Microsoft in collaborazione con l’ecosistema dei partner e 7.000 le persone formate e certificate sulle nuove tecnologie di AI generativa Microsoft.

L’annuncio è avvenuto in occasione di “Intelligenza Artificiale generativa: nuove professioni e competenze” un evento organizzato da Microsoft per discutere insieme a tante realtà del settore della formazione e delle risorse umane dell’impatto e dell’opportunità dell’AI generativa in Italia nel mercato del lavoro e delle nuove professioni, con la partecipazione di esperti e professionisti del settore. All’evento sono intervenuti Marcello Albergoni, Country Manager LinkedIn Italia, Francesco Baroni, Country Manager Gi Group Holding ItaliaSara Bonfioli, CMO Talent GardenLuigi de Costanzo, Managing Director ELIS Innovation Hub, Mirta Michilli, Direttrice Generale Fondazione Mondo Digitale e Diego Pizzocaro, CEO H-FARM AI.

La Microsoft Virtual Career Fair è un vero e proprio hub digitale che mette a disposizione di studenti, professionisti e chiunque sia alla ricerca di occupazione sessioni di orientamento, opportunità lavorative e di formazione con l’obiettivo di creare un network virtuale, in cui persone e aziende si incontrano. Da un lato, l’accesso a percorsi di formazione, workshop informativi e training sulle nuove competenze digitali richieste dalla diffusione sempre più pervasiva dell’AI generativa, dall’altro la presenza di stand virtuali, come in un vero open day universitario, per incontrare le aziende alla ricerca di nuovi talenti in ambito AI. Alla Virtual Career Fair Italianastanno partecipando oltre20 organizzazioni tra partner e clienti dell’ecosistema, con 60 recruiters e con 115 offerte di lavoro incentrate su tecnologia Microsoft.

A un anno dall’introduzione delle tecnologie di AI generativa, emerge infatti come sempre più urgente il tema delle competenze: secondo il Microsoft Work Trend Index, se il 76% degli intervistati a livello globale afferma di sentire il bisogno di dotarsi di abilità specifiche per l’utilizzo dell’AI per rimanere competitivi nel mercato del lavoro, il 79% afferma che le competenze di AI amplieranno le loro opportunità di lavoro. Queste affermazioni trovano riscontro anche dal punto di vista delle aziende, con il 62% dei manager italiani che sostiene di non voler assumere risorse senza competenze di AI.

“La carenza globale di talenti ha raggiunto il suo picco: sono sempre più numerose le aziende che non riescono a trovare i talenti di cui hanno bisogno. Allo stesso tempo, molti studenti, professionisti e persone in cerca di lavoro non possiedono le competenze o l’esperienza giuste per un percorso professionale nel settore tecnologico. Microsoft si impegna a colmare questa lacuna.  Attraverso iniziative virtuali come la Career Fair e il presidio in presenza sul territorio dei nostri partner, vogliamo favorire la connessione tra formazione, persone e aziende, per favorire occupazione qualificata e sostenere il processo di innovazione della nostra economia e società”, ha commentato Vincenzo Esposito, Amministratore Delegato di Microsoft Italia.

L’AI quale preziosa alleata per l’equilibrio vita-lavoro secondo gli under 35: lo rivela lo studio di Microsoft ed SWG

Se l’Intelligenza Artificiale favorisce da un lato la creazione di nuove professionalità, aumentando la richiesta sul mercato di specialisti con competenze tecniche, dall’altro contribuisce a sostenere le attività dei professionisti a tutti i livelli, liberando tempo e aumentando la produttività. Questo è solo uno degli aspetti che emergono dal nuovo studio che Microsoft ha sviluppato insieme a SWG “I giovani e l’Intelligenza Artificiale, un report che scatta una fotografia sulla percezione dell’Intelligenza Artificiale tra gli under35, livello di conoscenza e consapevolezza dei benefici.

Tutti ormai hanno sentito parlare di AI: l’81% dei giovani se ne è fatto un’idea almeno generale ma, solo il 27% dichiara di sapere bene cosa sia. Tuttavia, e al netto di quanto si dica di conoscerla, tra i giovani come tra gli adulti oggi l’immaginario tende a prevalere su una reale consapevolezza, segnale di quanto sia fondamentale rendere sempre più capillari le attività di formazione ed education su questi temi. Nonostante, infatti, il 46% del campione identifichi l’AI come quella tecnologia capace di gestire una grande quantità di informazioni, c’è un 30% che la associa a un sistema ‘capace’ di replicare l’intelligenza umana, più che una tecnologia con funzionalità specifiche e un 35% che crede all’ipotesi di una deriva autoritaria delle macchine a scapito della centralità dell’umano.  Questa narrazione dell’Intelligenza Artificiale fa breccia su una parte di opinione pubblica e alimenta i timori verso lo sviluppo della tecnologia: il 41% del campione si dichiara preoccupato. La familiarità con il digitale rende però i giovani più ottimisti, con un 57% degli under35 che giudica positivamente lo sviluppo dell’AI purché se ne mantenga il controllo.

1 giovane su 2 è già convinto che l’AI contribuirà all’innalzamento dei livelli generali di benessere: grazie all’AI saremo più produttivi, efficienti e competenti sul luogo di lavoro, rispettivamente per il 48% e il 40% del campione intervistato. Non solo: carichi e ritmi di lavoro tenderanno a diminuire, per un miglioramento del benessere lavorativo, per il 40% degli under35. Tuttavia, circa la metà del campione resta scettica sull’effettiva possibilità che l’aumentato benessere possa redistribuirsi e contribuire a ridurre le disuguaglianze.

Al tempo stesso, il 52%, oltre alla capacità dell’AI di sgravarci dai compiti più noiosi e alienanti, teme che possa sostituirci anche nella creatività. Il tema degli impatti sul lavoro è centrale e fa emergere luci e ombre. Nel complesso prevale la sensazione che i nuovi posti di lavoro generati dalla diffusione dell’AI non basteranno a colmare i ‘vecchi’ lavori che rischiamo di perdere, per un bilancio complessivo negativo, anche tra i giovani.

Ma l’impatto positivo sul lavoro e sulla produttività avrà un prezioso riverbero anche sulla vita privata. Per il 60% dei giovani (+7 punti rispetto alla media nazionale e contrapposti ad un 24% di scettici) grazie al miglioramento della produttività lavorativa abilitato dall’IA saremo in grado di ottimizzare i nostri tempi di vita privata e guadagnare tempo libero. Non solo: per il 56% (contro un 27% di scettici) l’IA sul lavoro stimolerà la flessibilità e favorirà la conciliazione vita-lavoro. La maggioranza relativa dei giovani crede inoltre che in futuro l’AI potrà risultare preziosa per la parità di genere, fornendo assistenza nelle attività di cura e rottamando tradizionali rappresentazioni di genere legate a certe professioni.

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