Microsoft Imagine Cup 2016: 4 ragazzi toscani in gara tra i 35 team internazionali che si sfideranno a Seattle
Microsoft annuncia i 35 team internazionali che parteciperanno alla finale globale di Microsoft Imagine Cup 2016, la competizione tecnologica dedicata a studenti dai 16 anni in su appassionati di tecnologia e sviluppo che dal 2003 ha coinvolto oltre 2 milioni di giovani in tutto il mondo.
Trionfa anche l’Italia dall’attenta selezione delle oltre 150 migliori squadre del globo: alla finalissima che si terrà a Seattle dal 26 al 29 Luglio il Bel Paese sarà infatti rappresentato dal team Dark Side Ducks, un gruppo di quattro giovani universitari toscani, che hanno ideato MoonSlice, un innovativo controller personalizzabile per giocatori diversamente abili, che sfrutta le potenzialità del Cloud Computing grazie alla piattaforma Microsoft Azure. I ragazzi concorreranno per aggiudicarsi un montepremi fino a $50.000 e interessanti occasioni di formazione per trasformare la propria idea in una realtà imprenditoriale. Non solo, ma il vincitore assoluto conquisterà anche la possibilità di beneficiare di una sessione privata di mentoring da parte del CEO di Microsoft Satya Nadella.
Il progetto tricolore si è distinto nella categoria Innovation, che premia innovazioni software in grado di cambiare il mondo, e, dopo aver sbaragliato la concorrenza locale durante le finali italiane che si sono tenute a Marzo al Microsoft Innovation Campus (MI), i ragazzi toscani hanno superato con successo anche la prima selezione internazionale e sono pronti per dare del filo da torcere agli altri 12 team della categoria Innovation che si sfideranno quest’estate a Seattle*. La loro idea? Semplice, ma originale e soprattutto utile: Manrico Diamantini, studente di Informatica dell’Università di Pisa di 26 anni, Gabriele Orsi, studente di Ingegneria Chimica dell’Università di Pisa di 25 anni, Giulio Pedri, studente di Fisica dell’Università di Pisa di 21 anni, e Nicolas Hammer, studente dell’Istituto Alberghiero F.lli Pieroni di 24 anni, hanno sviluppato MoonSlice, un gaming controller utilizzabile con una sola mano per ottimizzare l’esperienza di gioco, sia su PC, sia su console, e renderla più accessibile anche per giocatori diversamente abili. Il device è componibile e pensato per essere arricchito con delle placche applicabili su ambo i lati che integrano comandi in linea con le proprie caratteristiche e con la tipologia di gioco. Tra l’altro applicando una placca sul lato opposto si ottimizza l’esperienza di gioco anche per i mancini che rappresentano l’11% della popolazione mondiale, ma grazie alla personalizzazione delle placche con comandi intercambiabili è possibile rispondere anche ad altri tipi di esigenze e problematiche motorie. I ragazzi hanno sviluppato il circuito basandosi sulla piattaforma ARDUINO e utilizzando Visual Studio per la parte software. Dapprima hanno creato un prototipo in legno sfruttando le competenze artigianali di un componente del team con una famiglia di falegnami alle spalle, ma hanno poi perfezionato un ulteriore modello stampato in 3D. Per il progetto sono stati utilizzati Gimp e AutoCAD e per il Database la piattaforma cloud Microsoft Azure.
“Siamo orgogliosi che l’Italia sia tra i Paesi in gara alla finale globale di Microsoft Imagine Cup e siamo certi che il team Dark Side Ducks ci saprà rappresentare al meglio. MoonSlice è un progetto innovativo, che potrebbe avere impatto reale. Considerati gli importanti risvolti ludico-educativi del mondo gaming, è importante rinnovare costantemente gli strumenti di gioco e facilitarne l’uso anche da parte di persone con disabilità motorie. Non solo, la possibilità di personalizzare il controller ottimizza l’esperienza di gaming e la rende adatta alla caratteristiche individuali, ma anche alla finalità del videogioco, che si tratti di puro intrattenimento o di apprendimento. I ragazzi hanno avuto un’idea originale e ci auguriamo questa competizione possa ulteriormente stimolarli e offrirgli l’opportunità di andare avanti a sviluppare il progetto” – ha commentato Fabio Santini, Direttore della Divisione Developer Experience and Evangelism di Microsoft Italia. “Questo è lo scopo ultimo di Microsoft Imagine Cup, che giunta alla sua 14° edizione ha già coinvolto oltre 2 milioni di studenti in tutto il mondo: incoraggiare il genio creativo e lo spirito imprenditoriale dei più giovani e guidarli in un percorso di crescita personale e professionale che li possa trasformare nei leader di domani”.
Volare a Seattle per poter concorrere alla finale globale di Microsoft Imagine Cup rappresenta per noi un sogno e faremo del nostro meglio per distinguerci e tenere alta la bandiera italiana. Comunque vada, quella che stiamo vivendo è un’esperienza irripetibile: grazie a Microsoft Imagine Cup ci siamo cimentati nello sviluppo di un progetto concreto sfruttando le opportunità offerte dalla tecnologia. Abbiamo fatto esperienza di cosa significhi lavorare in team, puntare su un’idea innovativa, curarne l’essenza tecnologica, definire un business plan e presentare il progetto a un pubblico di potenziali investitori per arrivare a lanciarlo sul mercato. Tutti passaggi fondamentali che potrebbero tornarci utili in futuro e che abbiamo imparato ad affrontare con maggiore consapevolezza, grazie alla formazione e ai consigli che ci hanno offerto gli esperti e i mentor di Microsoft”, ha dichiarato uno dei ragazzi, Manrico Diamantini.
Comunicato stampa!
un gigantesco in bocca al lupo ragazzi…fatevi valere….w l’Italia!!!
La selezione nazionale di quest’anno per l’Imagine Cup è stata una cosa oscena. Si arrivava alle finali nazionali solo presentando un concept/mockup, questo ha fatto si che il livello si abbassasse di tantissimo, alcuni concorrenti hanno presentato davanti a Microsoft senza avere uno straccio di progetto.
PS: Microsoft Italia, ai finalisti nazionali (almeno ai vincitori) dallo un premio, diamine.
Sembra il classico commento di una persona “scottata” per aver perso la finale (spero tanto che non sia questo il caso).
Qualche anno fa vinsi con il mio team la finale italiana di IC e ci furono alcuni partecipanti che cominciarono a prendersela con la nostra idea, con la giuria, Microsoft ecc. ecc..
A volte bisognerebbe semplicemente accettare la sconfitta, che aiuta a crescere (la nostra vittoria stessa fu frutto di molteplici sconfitte negli anni precedenti), ed evitare di trovare per forza una causa esterna ad essa.
Non so se effettivamente il livello si sia abbassato, ma avere dei progetti supportati da codice già bello e pronto non significa necessariamente avere maggiore qualità, oggi sviluppare costa poco, quasi niente, è avere l’idea giusta e buone doti manageriali a costare tanto, non tutti ce l’hanno…
Comunque l’idea mi sembra una delle migliori degli ultimi anni, degna anche di palcoscenici più importanti.
FORZA RAGAZZI, rendeteci orgogliosi di voi, VIVA L’ITALIA!!!
Ragionamento sbagliato. Il tuo ragionamento filerebbe se noi non fossimo arrivati alla finale a causa di progetti ritenuti inferiori al nostro.
Se avessi voluto criticare le scelte della finale me la sarei presa con la giuria e con i vincitori, cosa che non ho fatto.
Io sto criticando il fatto che sui 9 progetti arrivati in finale se ne salvavano si e no 4/5.
Alcuni dei finalisti, per loro stessa ammissione, hanno lavorato sul progetto una settimana, portando cose oscene.
Non sono d’accordo sulla questione del codice/idea, è inutile avere una buona idea se poi non la si mette in pratica per mancanza di conoscenze o altro.
“Success is 10% idea, 90% execution”.
Ho precisato infatti che non conosco il tuo motivo, e speravo che non fosse quello che avevo pensato (l’ho scritto all’inizio se ci fai caso), ho detto solo che l’atteggiamento risulta molto simile a qualcosa che avevo già visto.
Mi dispiace dirtelo, ma non è assolutamente come pensi tu che le cose funzionano nel 2016! L’innovazione non è qualcosa che parte da un progetto fatto bene, da una chiamata in più all’API di questo o quel provider, dal codice ottimizzato, o da un DB pieno di dati. Innovazione non vuol dire saper fare una cosa, farla, poi cercare di capire quale problema risolvere e infine a chi può interessare.
Innovazione è l’esatto opposto! Innovazione vuol dire ragionare come segue:
1. Trovo un problema che tramite la tecnologia posso risolvere;
2. Individuo le persone a cui questa cosa può interessare, che poi definisce l’impatto stesso dell’innovazione;
3. Realizzo la soluzione.
Purtroppo negli ultimi anni siamo stati abituati male (parlo in generale, del mondo IT), ma adesso innovazione si fa così, non ci sono alternative! Ti ripeto che una volta avuta un’idea ed un buon piano di business la soluzione è facile da realizzare, paghi le persone giuste e loro fanno tutto, anche se tu hai 0 conoscenze in informatica.
Se non hai l’idea invece, da chi andrai a comprarla???
Imagine Cup secondo me è una competizione che spinge le persone ad andare in questa direzione, vuole che gli studenti utilizzino delle tecnologie MS certo, ma premia l’idea brillante, non l’implementazione perfetta!
Io non ho detto che l’innovazione parte da un progetto fatto bene.
Io ho detto che puoi anche avere l’idea migliore al mondo, ma se non hai mezzi/conoscenze e voglia di farla è aria fritta.
Ed è esattamente quello che è successo qua, alcuni su carta avevano buoni progetti, Microsoft si è resa conto (e non solo lei) che però non erano in grado di portarli a termine e non sono passati.
Riguardo all’idea, cerca informazioni su “Rocket Internet”, è un’azienda tedesca specializzata in copiare idee di altri e migliorarle.
A dimostrazione che in questo caso il successo è (quasi) 0% idea, 100% esecuzione.
Esatto, non sono passati per quello, perché non davano l’impressione di poterlo fare, non perché non l’avevano fatto, è una cosa diversa! Se la metti così è condivisibile…
Per quanto riguarda il successo dipende da cosa intendi! Il successo in questo ambito specifico è diverso da quello che fa Rocket Internet, a Imagine Cup vengono premiate idee innovative, non aziende che fanno soldi su idee vecchie! Ma questo non vuol dire che una buona idea ti faccia necessariamente guadagnare palate di soldi! Facebook non è stato il primo social network al mondo, come Whatsapp non è stata la prima app di messaggistica, ma hanno vinto per motivi che vanno al di là della semplice innovazione: Facebook e Whatsapp non avrebbero vinto Imagine Cup solo per aver fatto 100% esecuzione, perché l’idea era già vecchia!
Poi in senso più largo possiamo anche parlare del successo di aziende come “Rocket Internet”, ma anche lì non credere che sia tutto oro quello che luccica: le aziende che operano in quel modo non sono mai prese come esempio di successo, perché le startup che inglobano tendono a scomparire dopo poco tempo oppure perché non riescono a raggiungere volumi di mercato consistenti.
La stessa Facebook ormai sta sperimentando cose completamente diverse da quello che faceva prima (realtà aumentata, intelligenza artificiale), perché altrimenti col tempo perdi di competitività…